I nobili di allora, molto litigiosi, per risolvere le loro dispute, in modo diretto o a mezzo di "campioni" ovvero popolani che combattevano per il nobile per un compenso, una sorta di bravi, scelsero un luogo ove svolgere queste dispute, talvolta cruente, si trovava ad Est della città fuori delle mura cittadine. L'area era di forma circolare delimitata come un'arena da una palizzata di tavole infisse nel terreno, nel dialetto veneto in palo infisso nel terreno è appunto detto "stanga", al centro poi vi era una pertica di legno su cui i contendenti o chi per essi affiggevano drappi colorati o gli emblemi di famiglia dei loro stendardi per indicare le famiglie contrapposte, e a conclusione della disputa, l' ammainamento del vessillo del perdente rendendo così pubblica la vittoria. Questi tornei erano anche occasione di spettacolo, e aggregazione popolare contornati da venditori di cibo o occasione per le fanciulle di mettere in mostra le loro grazie. Altra versione del significato del nome di questo luogo è data dal posizionamento di un posto di blocco per la riscossione del dazio sulle merci che entravano in città, appunto controllato a mezzo di una sbarra sulla via detta appunto "stanga". Non ci sono documentazioni scritte che confermino quale versione ma solo racconti tramandati verbalmente, entrambi restano plausibili.
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